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Sull'isolotto di S. Eufemia è presente una grotta risalente al IV secolo A.C. dove sono state rinvenute delle iscrizioni epigrafiche risalenti al III sec. A.C. Queste iscrizioni sono per lo più invocazioni di gente di mare e militari alla dea Venere Sosandra, da cui si è risalito al possibile uso della grotta come tempio dedicato al culto della dea. Quello che rimane delle iscrizioni dimostra la frequentazione del sito dell'uomo fin da epoca remota. Ci sono circa 200 iscrizioni greche, romane, bizantine e latino-medievali e moderne. Sicuramente quella meglio conservata, anche perché di più recente manifattura, è una iscrizione epigrafica in cui si ricorda la sosta sull'isolotto del Doge Pietro Orseolo II, il quale nel 1002 stava recandosi, con 100 navi, in aiuto di Bari, che era stata attaccata dai saraceni. L'iscrizione, in latino moderno, si pensa sia stata scritta in due momenti diversi. Una prima parte , facente riferimento alla sosta del Doge, probabilmente scritta dai veneziani; mentre la seconda si pensa scritta da abitanti del posto per enfatizzare la vittoria dei veneziani e quindi del Doge sui Saraceni. Dalla grotta, che fu sede del tempio, solo una piccola parte è stata riportata alla luce, resta ancora una seconda area costituita da un'altra grotta, ancora inesplorata e sepolta da detriti. L'iscrizione latina così narra: Mense septembri die III, introvit in isto porto dominus Petro, Dux Venetiquorum et Dalmatinorum, cum naves C, preparatus ad bellum contra Saracenos qui sedebant supra vares. Et pugnavit cum illis; Alii Occiderum; Alii in fugam miserunt. |